Un viaggio inedito e un racconto commovente: da una vita metodica, dove regna la professione e vince l’aridità del calcolo, a un cammino di conoscenza e fede dove l’amore è il più alto fattore. Un bambino autistico, Marco, il vivace fratellino Mattia, la moglie ‘miscredente’ Andreina ‒ ma oggi non più! ‒ e gli amici Noemi e Vitocchio, del quale si danno descrizioni esilaranti. La ‘rivoluzione’ è servita, ed è tutta in questi tre giorni spesi a Medjugorje.
Il racconto è disseminato di visioni e appelli al lettore, affinché egli non abbandoni la propria vocazione alla conoscenza e assecondi il suo desiderio di crescita interiore, la sua personale ricerca della verità. Come nella delicata visione di una tortora, appollaiata sul braccio destro di una croce, presso una fonte. Serena non è spaventata dal passaggio degli uomini: «Non abbandonare alle belve la vita della tua tortora» (Salmo 74:19). Il racconto è pregno di riferimenti biblici ed esplorazioni esoteriche che lo rendono misterioso e ad un tempo intrigante.